RWM SU SKYTG24: LODE ALL’ECONOMIA DELLA DISTRUZIONE DI MASSA

Il servizio di Sky Tg24 sull’RWM di Domusnovas trasmesso mercoledì scorso (12 giugno 2024 ) alle 13 ci ha portato dentro gli opifici della manifattura bellica dove vediamo inedite sequenze della fabbricazione di bombe, proiettili d’artiglieria, mine navali, droni killer (fabbricati su licenza israeliana), con informativa sulle cifre della produzione e dei fatturati che schizzano verso l’alto. L’amministratore delegato Fabio Sgarzi ha dichiarato l’obiettivo di triplicare, e per alcuni articoli addirittura quintuplicare, la produzione di munizioni richiesta dal mercato europeo, considerando il conflitto in Ucraina e il rischio di una guerra mondiale dalle conseguenze distruttive inestimabili.

Cosa trattiene questa fabbrica dal raggiungere quest’obiettivo nell’immediato, ora che già si produce con tre turni che giornalmente coprono le 24 ore domeniche incluse? Il servizio accenna alla sentenza del Consiglio di Stato che avrebbe bloccato l’attività dei nuovi impianti e avrebbe “richiesto nuovi permessi” e con un link ipertestuale conduce ad un’intervista rilasciata all’indomani della sentenza sempre dall’ad Fabio Sgarzi, il quale soccombente in Consiglio di Stato davanti ai ricorrenti Italia Nostra, USB, Assotziu Consumadoris Sardignia, definisce il verdetto dei giudici un lavarsene le mani “come Ponzio Pilato”. Cose che capitano quando un servizio giornalistico, anziché svolgere un adeguato approfondimento, si schiera implicitamente con una delle parti, in questo caso la RWM, limitandosi a riportare solo le parole e i discorsi dell’ad Fabio Sgarzi.

La realtà è invece che in nessun passaggio la sentenza del Consiglio di stato ha richiesto nuovi permessi, bensì ha messo in chiaro l’illegalità dell’ampliamento attuato dalla società RWM nello stabilimento di Domusnovas in carenza della Valutazione di impatto ambientale  che la società ha evitato negando che la sua classificazione industriale sia quella di “impianto chimico integrato per la fabbricazione di esplosivi”. Con ciò i nuovi reparti di produzione R200 e R210 sono rimasti chiusi in quanto realizzati illegalmente, anche se l’azienda si sta muovendo per farsi autorizzare dalla Regione Sardegna una Valutazione d’impatto ambientale ex post.

Certamente a tal fine ha infatti richiesto la cancellazione dal reticolo idrografico di alcuni corsi d’acqua a carattere torrentizio che passano all’interno del suo territorio, il cui passaggio è stato stravolto – provvedimento approvato dai consigli comunali di Domusnovas e Iglesias, ma non dal Distretto idrografico regionale della Sardegna. Il territorio in cui è situata la RWM ricade in fatti in un’area classificata a “rischio idraulico molto elevato – livello Ri4 – dove sono possibili perdite di vite umane e lesioni gravi alle persone”, come è evidenziato dallo studio fatto prevenire al Distretto idrografico da varie associazioni, in primis Italia Nostra Sardegna, e supportato da un gruppo di esperti, consulenti e docenti.

Vedremo sino a dove si estenderà la benevolenza delle amministrazioni verso questa fabbrica che lucra a dismisura sulle guerre, promette posti di lavoro e impiega in gran parte personale precario, la cui permanenza dipende dalle crisi e dai conflitti in corso. Conflitti sanguinosissimi, come la guerra contro lo Yemen in cui le bombe di marca RWM hanno causato una catastrofe umanitaria, e come la guerra in Ucraina che poteva essere evitata con opportuni accordi o con il semplice rispetto di quelli esistenti: vedi gli accordi di Minsk. Anche la devastazione di Gaza sembra non essere rimasta estranea agli ordigni di distruzione di massa della RWM, visti i tre cargo statunitensi atterrati e ripartiti da Elmas verso la portaerei statunitense Ford al largo di Cipro due giorni dopo il 7 ottobre e di nuovo tra l’uno e il due gennaio 2024 (Unione Sarda 7.1.2024).

Effettivamente impressiona il fatto che dirigenti aziendali e giornalisti compiacenti rivendicano con orgoglio il loro ruolo nella corsa agli armamenti europei, nelle guerre in corso e in quelle future, in cambio di consistenti benefici per la società civile, ovvero ben … 80 posti di lavoro in più (se saranno aperti i reparti ora chiusi perché illegali). Un vantaggio miserabile davanti ai formidabili incrementi di fatturato dichiarati dall’azienda (nel 2023 gli ordinativi dall’Europa sono quintuplicati). Se solo si apre qualche cantiere di forestazione su quelle colline tormentate si ottiene lo stesso risultato occupazionale, con un beneficio ambientale al posto di quella devastazione.

Come anche impressiona la serenità del linguaggio dell’articolista per un conflitto così esplosivo che minaccia di dilagare in modo imprevedibile. Non c’è nemmeno un minimo di visione critica, e nemmeno è presente la solita fasulla giustificazione del “bisogna fermare la Russia”. Rimane solo un gelido “la guerra chiede armi, dobbiamo produrne di più!” – Dove stiamo andando a finire?

Buona spesa Italia, buona spesa Europa, nel supermercato di proiettili d’artiglieria, droni antiuomo, bombe per aereo e mine navali della RWM !

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